Il rabarbaro è una pianta perenne che nasce spontaneamente in Europa e in Asia, da dove proviene. Il nome rabarbaro è nato, infatti, da "pianta barbara", così chiamata per il fatto d'essere sconosciuta agli europei giunti nel continente asiatico nel quale era invece diffusa da sempre, da secoli prima della nascita di Cristo.
Dal punto di vista scientifico questa pianta erbacea, ampiamente impiegata in cucina e dai numerosi effetti benefici sulla salute, appartiene al genere Rheum e alla famiglia delle Polygonaceae, nella quale sono inclusi oltre sessanta specie di rabarbaro.
Si tratta di una pianta di notevoli dimensioni, dal momento che può superare l'altezza di due metri, così come importanti sono le sue foglie dal colore verde intenso e talvolta con sfumature rosse che le rendono particolarmente decorative.
Le tonalità del rosso colorano anche i grossi gambi del rabarbaro, largamente utilizzati in cucina ed in erboristeria per la cura di diversi disturbi, come approfondiremo di seguito.
In estate il rabarbaro fiorisce, aprendo bouquet di piccoli fiori di colore bianco/giallo, i quali sono riuniti nelle tipiche pannocchie, mentre il frutto è costituito da una noce con all'interno una polpa dai molteplici effetti benefici sul corpo ed in particolare sui processi digestivi.
Il rabarbaro è una pianta che cresce spontaneamente, ma che può essere anche coltivata ed in ragione della sua notevole resistenza non richiede particolari abilità nel giardinaggio. La pianta si adatta bene ad un'ampia varietà di climi, non temendo nemmeno i rigori dell'inverno, e nel caso in cui si scelga di coltivarla è opportuno scegliere il tipo più adatto all'ambiente destinato ad ospitarla ed in merito ricordiamo che il rabarbaro europeo predilige i climi umidi e freddi.